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Ministero Affari Regionali | Archivio Aldo Aniasi

Ministero Affari Regionali (1981 giugno 28 - 1982 dicembre 1)

Fondo

133 unità archivistiche collegate (totale del complesso)

Il 28 Giugno 1981 Aldo Aniasi presta giuramento davanti alla Repubblica come Mi­nistro per gli Affari Regionali. Entrerà così a far parte del primo governo pentaparti­to dell’VIII legislatura, sotto la guida del Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, fino al 23 Agosto 1982. La carica sarà poi rinnovata, il giorno stesso, con il secondo governo Spadolini (Governo Fotocopia) fino al 1° Dicembre 1982.
Questi sono i confini cronologici entro i quali si collocano le carte qui presentate. All’interno del Fondo si possono trovare documenti con una datazione anteriore rispetto ai due anni sopracitati; questo perché alcuni fascicoli sono composti da car­te preparatorie dell’evento, del convegno o della manifestazione alla quale partecipò il Ministro, come per esempio decreti legislativi, interventi di terzi o relazioni che hanno aiutato Aniasi a conoscere in modo più completo e competente il tema su cui poi si sarebbe sviluppato il suo intervento.
Il Fondo si è presentato strutturato in ordine cronologico, raccolto in faldoni al cui esterno, oltre all’indicazione dell’anno, si poteva leggere la citazione “Discorsi”. Nonostante questo, il materiale ivi conservato non rientrava unicamente nella ca­tegoria dei discorsi: infatti si possono trovare pubblicazioni, decreti legge, interviste, appunti personali, relazioni di terzi, rassegna stampa, eccetera. Vi sono inoltre rac­colti documenti di carattere ufficiale, tra cui il giuramento pronunciato da Aniasi alla Repubblica, un ordinamento per l’organizzazione degli uffici di cui dispone il Mini­stro per gli Affari Regionali e un atto di delega del Presidente del Consiglio ad Aniasi. Per questo motivo, per dare una maggiore uniformità anche con gli altri Fondi e a fronte di un lavoro di riordino già avviato, si è deciso di suddividere le carte in base all’argomento trattato al loro interno; in tal modo si è proceduto alla creazione di un titolario composto da 12 classi:

1. AUTONOMIE LOCALI
2. COMUNICAZIONE
3. CULTURA 4. DOCUMENTI UFFICIALI
4. DOCUMENTI UFFICIALI
5. ECONOMIA
6. FEDERAZIONE ITALIANA delle ASSOCIAZIONI PARTIGIANE – FIAP
7. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
8. SANITÀ
9. SCUOLA
10. SERVIZI SOCIALI
11. SICUREZZA
12. TERRITORIO

Ognuna di esse è al suo interno suddivisa nei due anni in cui Aniasi è stato a capo del Ministero: 1981 – 1982.
All’interno di questa raccolta sono stati trovati anche documenti che facevano riferimento diretto al partito di appartenenza di Aniasi, il PSI; tali documenti si è pre­ferito ricollocarli all’interno del fondo, ancora in fase di riordino, Politica e Partiti. Stesso procedimento è stato adottato per i documenti direttamente collegati agli eventi organizzati dal Circolo di Via De Amicis, fondato da Aniasi nel 1968.
I discorsi di Aniasi sono ricchi di tutta la sua esperienza di uomo, di partigiano e di politico. In ogni intervento del Ministro si possono notare alcuni tratti fondamentali della sua personalità, quella personalità formatasi grazie alla passione per la politica e per alcuni temi fondamentali quali la democrazia e la solidarietà, la centralità del cittadino e la necessità al coinvolgimento di quest’ultimo all’operato della pubblica amministrazione. In ogni tema trattato riusciva a far emergere una piccola parte della sua esperienza di militante politico: dagli anni in cui era comandante della Seconda Brigata Garibaldi “Redi”, fino all’esperienza come sindaco di Milano. Con l’assunzione della carica di Ministro per gli Affari Regionali, Aniasi può dedicarsi a quello che era il tema a cui era più legato: le autonomie locali. Egli era un convinto sostenitore del “delegificare”, come lo definiva lui stesso: un sistema in cui il governo si sarebbe limitato “a leggi di principio” o “poche leggi – quadro”, lasciando alle amministrazioni “la libertà di regolare le diverse materie nei minimi dettagli”. In questo modo il parlamento ed il governo si troverebbero sgravati di molte questioni troppo particolari e si velocizzerebbe la realizzazione di leggi e riforme necessarie allo Stato.
In ogni tema trattato viene evidenziato questo aspetto, perché ogni materia, dalla cultura alla sanità, dalla sicurezza all’economia, può essere affrontata con una pro­spettiva locale. Aniasi era bene cosciente di questo aspetto, infatti in un’intervista rilasciata ad Antonio Scialoja affermò: “l’aver amministrato una città come Milano mi è stato di grande aiuto. I problemi di una metropoli sono problemi di carattere nazionale”.
Ma allo stesso tempo il “problema” locale può rimanere tale, senza ne­cessariamente estendersi al nazionale, infatti Aniasi sosteneva con forza la necessità che le amministrazioni locali hanno di affrontare i loro problemi contestualizzandoli all’interno del proprio territorio, con proprie caratteristiche e peculiarità.
Un altro contenuto evidenziato dal Ministro è la possibilità da parte di ogni co­mune, provincia o regione di superare le difficoltà sfruttando le proprie risorse e i propri punti di forza. Questa convinzione è sottolineata, per esempio, in occasione dell’inaugurazione della Mostra Internazionale dell’Arredamento, tenutasi a Monza il 12 Settembre 1981, durante la quale Aniasi sostiene: “Va quindi riconosciuto che con le attività svolte opportunamente dalle Regioni, dopo il trasferimento ad esse dei relativi poteri, si rende necessaria l’adozione di una legge quadro nazionale, una legge di principi per fare chiarezza sulle reciproche competenze fra Stato e Regioni e per definire la fisionomia e la dimensione dell’impresa artigiana al fine di tutelare e di favorirne lo sviluppo e la crescita”. Tutto ciò è messo ancora più in evidenza se si pensa al fatto che questa Mostra, a carattere internazionale, ha avuto la sua prima edizione nel 1946 con il nome di Mostra dell’Artigianato Brianteo: “In un periodo difficile per la ricostruzione del Paese, gli artigiani della Brianza univano i loro sforzi per promuovere un’industria che rinasceva sulla base di lunghe tradizioni e di un’e­norme spinta a reinserirsi nel ciclo produttivo. Dall’ambito brianteo si passò poi a quello lombardo, a quello nazionale, per giungere infine alla Mostra Internazionale che quest’anno vede presenti 72 espositori esteri”.
Aniasi sosteneva inoltre l’importanza di un forte collegamento che potesse met­tere in comunicazione il locale con il nazionale, il cittadino con lo Stato. Il politi­co in prima persona si dovrebbe far carico di questa responsabilità stabilendo un contatto diretto con i propri elettori, i sindacati, le associazioni, ecc. e, allo stesso modo, lo Stato dovrebbe invece interessarsi maggiormente e sostenere quella che è la comunicazione mediatica perché “un più stretto collegamento della pubblica istituzione con il meccanismo informativo pubblico e privato, oltre a consentire una più ampia divulgazione delle cose fatte e messe a disposizione della collettività (e quindi la cura dell’ ‘immagine’ correttamente intesa e finalizzata alla pubblica utilità) diffonde consapevolezza, promuove partecipazione e, in definitiva, incide, oltre che sull’ ‘immagine’ della pubblica istituzione, su qualcosa di più importante ancora: la sostanza e il contenuto del pubblico servizio”. Come si può notare il concetto di Autonomie Locali è un tema trasversale ad ogni classe. È il filo conduttore che collega ognuna di esse, riprendendo idealmente il significato politico di questo concetto: l’autonomia non era intesa come uno stru­mento per separare, ma veniva sviluppato, all’interno degli interventi di Aniasi, come una possibilità di cooperazione tra il centro e la periferia. Autonomia non significa divisione, ma collaborazione. Il Ministro era consapevole del fatto che molti politici sostenevano con convinzione la necessità di un forte accentramento per garantire la governabilità del paese. Aniasi sosteneva l’esatto opposto: risultati alla mano, ave­va compreso che una politica accentratrice finiva per frenare la capacità di iniziativa della “periferia”; di conseguenza si verificava una certa insofferenza verso il centro, cioè Roma.

Lingua della documentazione:

  • Italiano

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Compilatori

  • Inserimento dati: Eleonora Cortese (Archivista) - Data intervento: 14 giugno 2013